Via del sale

Mi trovo a risalire i tornanti che da Limone Piemonte portano al Colle di Tenda, confine tra Italia e Francia, dove in passato convergevano gli itinerari commerciali provenienti dal mar Ligure. Da lì parte una mulattiera vecchia che scende verso Ventimiglia, utilizzata dai mercanti fin dai tempi di Carlo Magno. Il percorso è stato riadattato a itinerario militare tra il 1938 e il 1939.

Chissà che panorama mi dico, invece c'è nebbia, nebbia densa che non si vede a un metro. Qualche volta meno, faccio una foto, mi guardo intorno. Non vedo niente. 

Pedalerò in quota per i primi chilometri, poi la nebbia passerà, penso. Salgo ma non passa, non riesco a trovare la via. Torno alla partenza. Piazzo il campo su Colle di Tenda, di fianco a un muro di pietra. Fa freddo, di notte le pietre liberano il calore del giorno, hanno dentro un rimasuglio di sole. Sono utili.

La notte è densa come la nebbia fuori, sono stanco eppure non dormo. 

Di mattina mi aspetto di uscire e trovare lo stesso muro grigio, invece il cielo è libero e si vede la valle. L'aria pizzica sugli zigomi.

 

Via del sale
Via del sale

Lungo la mulattiera da Colle di Tenda pedalo verso Colletto Campanin e poi verso Colle della Boaria. Poi Colle dei Signori, passo di Framargal, Colle delle Selle Vecchie.

Penso a prima, ai mercanti, all'intenzione di chi attraversava i monti per mestiere. Spesso si trovavano a guardare in fondo ai panorami ampi, a cercare il mare laggiù, alla fine dell'aria. Forse si sentivano soli più volte al giorno, forse, non pensavano mai di morire in una stanza chiusa.

Scendo nel bosco delle Navette e mi sento già in Liguria, annuso l'aria, cerco il mare nel vento. Risalgo sui bei tornanti di passo di Tanarello. Sono belle le vie quando stanno poggiate sui fianchi dei monti, dove i monti lo consentono. Ferme ad aspettare, pronte ai passi, alle ruote. Resistono al sole, peggio alle piogge che le guastano, scavano canali pietrosi. Le vie d'inverno, non ci passa nessuno, sono zitte sotto le nevicate, scompaiono, si lasciano indovinare, forse dormono.

In quota ritrovo la nebbia, una compagna di viaggio sulla via del sale. Mi affeziono a lei, le sbuffo il fiato contro, le faccio domande, le chiedo di spostarsi e di scoprire il fondo dell'orizzonte. Le chiedo il mare. Non mi accontenta.

 

Via del sale - verso passo di Tanarello
Via del sale - verso passo di Tanarello

Le pendenze della Liguria, in bici le ami o le soffri. Salita dura, una discesa dopo l'annulla. Così va, al solito, stupido aggrapparsi alle cose che si devono lasciare.

L'ho capito presto, è terra di sorprese la Liguria. Ci sono crinali precipitosi, vicoli ciechi tra i rilievi. Le montagne scendono presto, a guardare l'orizzonte in direzione sud la Liguria passa intera sotto gli occhi ma non la conosci mai. Sul fondo delle valli si può incontrare un ponte di pietra, una volpe, un gatto nero. Le case sono senza strade, si arriva a piedi, si arriva con le scale, pietre che di nuovo sostengono i passi sui burroni, vanno agli orti dove crescono le viti e il basilico. Una terra di profondità boscose. Stare a casa somiglia ad abitare l'aria, è un'attitudine alla sospensione. 

Discese in valli profonde, brusche salite. Liguria, la terra finisce ripida nel mare. Il mare blu riempie l'orizzonte, non lascia alternative agli occhi. Stare vicino a tanto mare, penso di non essere pronto. Bisogna avere peso, piedi fermi. Provo ma non riesco a guardarlo tutto, non ci va nello sguardo. Che pensieri deve uno che sta di fronte a un mare così, forse non c'è da pensare niente.

Le persone del mare hanno facce spalancate, somigliano all'orizzonte largo. Le voci squillano ai tavolini del bar, riempiono le piazze. Quelle dei vicoli di montagna sono diverse, sembrano vento in un tronco secco, contengono molta aria.

Arrivo da giorni di tenda e ho bisogno di una doccia, di un letto. La signora Margherita è simpatica, ha figli maschi e una compassione innata di madre per chi arriva stanco. Bassina, accogliente, gestisce il b&b. Chiede se ho da mangiare. Dico di no, che speravo di trovare qualcosa in paese. Ma a Teriasca non ci sono alimentari, nulla da comprare. Così la vedo sparire in una stanza e tornare con una busta di carta che contiene tre uova, un quarto di pagnotta, una mela, un mandarino. Mi consegna tutto e dice che di fianco alla mia camera c'è la cucina e le pentole. Capitano cose e ancora mi chiedo in che modo in certe circostanze merito tanta bellezza umana. Mentre scendo le scale sento che la carta della busta profuma di basilico.

 

Mar Ligure
Mar Ligure

Questo è terreno marino, ho poca fiducia in quello che faccio, pedalo e mi muovo come uno che da un momento all'altro può sbagliare qualcosa. Un uomo mi consiglia una panoramica sulle Cinque Terre per vedere il mare dall'alto. Accetto. Sui tornanti però si scatena l'impossibile dal cielo, acqua su acqua. Poi freddo. Trovo riparo sotto il porticato di una chiesa chiusa. Mi tocca accendere il fornellino per scaldarmi e far asciugare panni. Il giro smette nella pioggia di ottobre, dopo una via estesa di mulattiere, boschi e meraviglie.